#ThatNotSoShortReview: Hotel Magnifique, Emily J. Taylor

{:it} 4.5/5

Care lettrici e cari lettori,

Hotel Magnifique è un debutto che ha catturato la mia attenzione dal momento in cui sono stati annunciati trama e copertina: prometteva le vibes di Caraval e The Night Circus, un mondo magico e a tratti sinistro, in cui non tutto quello che luccica è meraviglioso. Poi è uscita la box di Owlcrate, con l’edizione speciale CHE SI ILLUMINA AL BUIO, e non sono riuscita a resistere—anche se la paura di rimanere delusa fosse grande.

(Spoiler: LO ADORO)  

Dalla trama ufficiale:

All her life, Jani has dreamed of Elsewhere. Just barely scraping by with her job at a tannery, she’s resigned to a dreary life in the port town of Durc, caring for her younger sister Zosa. That is, until the Hotel Magnifique comes to town. 

The hotel is legendary not only for its whimsical enchantments, but also for its ability to travel—appearing in a different destination every morning. While Jani and Zosa can’t afford the exorbitant costs of a guest’s stay, they can interview to join the staff, and are soon whisked away on the greatest adventure of their lives. But once inside, Jani quickly discovers their contracts are unbreakable and that beneath the marvelous glamour, the hotel is hiding dangerous secrets.  

With the vexingly handsome doorman Bel as her only ally, Jani embarks on a mission to unravel the mystery of the magic at the heart of the hotel and free Zosa—and the other staff—from the cruelty of the ruthless maître d’hôtel. To succeed, she’ll have to risk everything she loves, but failure would mean a fate far worse than never returning home.

Hotel Magnifique incarna perfettamente il tipo di fantasy che adoro: un’ambientazione stravagante, magica e ammaliante, ma incredibilmente pericolosa e dark; un sistema magico incantevole e spaventoso, e tanto mistero. Gli elementi in comune con Caraval e The Night Circus sono abbastanza palesi: due sorelle in cerca di una vita migliore, di cui una finisce in pericolo e l’altra deve salvarla; un hotel al posto del circo che va e viene in un attimo; un affascinante usciere che nasconde qualcosa, ma che sarà l’unico alleato per la protagonista. Eppure è tutto così ben strutturato e sì, originale, che non mi è sembrato di leggere un doppione. Anzi!

Ci sono numerosi colpi di scena, alcuni facilmente indovinabili se si sta ben attenti agli indizi sparsi qua e là, altri da farmi chiudere il libro e soppesare quello che ho appena scoperto—giuro, l’ho fatto. Il ritmo è buono e non ci sono mai momenti morti, anche se il finale mi è sembrato forse un po’ troppo affrettato e campato in aria. Qualche pagina in più non avrebbe fatto male. 

Come il Circo di Erin Morgenstern, l’Hotel è un personaggio vero e proprio. La capacità dell’autrice di descrivere con minuzia di dettagli, senza mai essere pesante e noiosa, permette di immergersi in quelle suite eccentriche e dai nomi improbabili, che si spostano di continuo insieme ai corridoi e alle scale; di meravigliarsi per le illusioni che ricoprono ogni superficie e che sfidano ogni logica; di osservare oltre vetrate incantate che mostrano mondi magnifici. L’Hotel Magnifique è uno di quei luoghi letterari che visiterei in un batter d’occhio. Anche se poi mi dimenticherei di averlo fatto una volta varcata la porta d’uscita. L’unica pecca è il non aver potuto visitare i posti meravigliosi in cui l’Hotel si ferma, ma per come è strutturata la trama è anche normale che la gran parte delle scene si svolga all’interno, piuttosto che all’esterno. 

 “The hotel shifts to accommodate rooms, adding hallways, changing the layout. You’ll get used to it.

Jani, la protagonista, è una giovane ragazza che è dovuta crescere prima del tempo per prendersi cura di sua sorella minore. Prima della morte della madre, aveva promesso a quest’ultima che avrebbe fatto di tutto per proteggerla dai pericoli del mondo, e lo ha fatto fino al giorno in cui l’Hotel Magnifique è arrivato nella città dove abitano. All’inizio ho faticato a capirla: vuole il meglio per la sorella, che canta come un usignolo e che troverà lavoro all’hotel proprio come cantante, ma allo stesso tempo si ritrova accecata dalla gelosia nel giro di poche righe—specialmente nei primi capitoli. È un comportamento abbastanza realistico, col senno di poi—chiunque vuole il meglio per le persone amate, ma anche per se stess*. È testarda, non si arrende mai, il che è ammirevole, ma è… sì, stupida. In nome della salvezza della sorella, fa cose che hanno praticamente scritto a caratteri cubitali e neon PERICOLO! NON PENSARCI NEMMENO!, ma invece lei ha l’innata capacità di fare esattamente la cosa sbagliata al momento sbagliato. Le volte che si mette in pericolo anche quando potrebbe evitarlo si contano sulle dita di mille mani e, dopo un po’, diventa noioso—ed è bravissima a tirarsi fuori dai guai. Ma è uno YA, quindi c’è da aspettarselo. D’altra parte, l’amore che prova per la sorella è così profondo che è disposta a tutto pur di salvarla, quindi non mi sento di incolparla troppo. Anche io darei di matto nella sua situazione. 

Zosa, la sorella, è il motivo principale che muove la storia, ma compare sì e no tre volte, quindi non posso esprimere un giudizio su di lei, a parte che sia dolce e coraggiosa. Avrei, però, voluto vedere più interazioni tra lei e Jani, a parte quel poco che si vede all’inizio. 

Chi merita una menzione speciale e un posticino nel mio cuore è Bel, il co-protagonista. Tra tutti i personaggi, lui mi è sembrato quello più sfaccettato e interessante—anche se avrei voluto che avesse più spazio. Somiglia molto a Julian di Caraval (forse per questo lo adoro così tanto?), scanzonato e misterioso, come piace a me. La sua freddezza è in realtà un’arma che lo difende e dietro i suoi sorrisi derisori sono nascosti segreti sul suo passato e le sue motivazioni, ma anche sulla vera e oscura natura dell’Hotel. Ho adorato ogni pagina in cui compare. 

I personaggi che contornano le scene, ovvero gli altri lavoratori dell’Hotel, sono numerosi e diversi gli uni dagli altri, anche se non esattamente sviluppati al meglio—a parte Beatrice, che adoro. Le capacità magiche di alcuni di loro, ovvero i cosiddetti suminaires, sono davvero affascinanti e originali (non spoilero per non rovinarvi la sorpresa), mentre altre fanno terrore. Il cattivo della storia, in particolare, pur di riuscire nel suo intento, non si mette problemi a torturare (o peggio) chi gli è d’intralcio, ma purtroppo non mi ha fatto paura come dovrebbe. Ci sono scene un po’ grafiche, da questo punto di vista, quindi è bene tenerlo a mente prima di iniziare la lettura.

“You’re not nothing to me,” he said, almost to himself. “That’s precisely the problem.”

Hotel Magnifique è un’ottima lettura sia per i fan di Caraval e The Night Circus, ma anche per chi questi due non li ha mai letti o amati. È un romanzo coinvolgente fino all’ultima pagina e, credetemi, non vorrete chiuderlo un attimo, neppure per andare al bagno.

(Non parlo per esperienza.)

(O forse sì.)

TW: violenza, schiavitù, omicidi, droghe, perdita di persone care

Qualche curiosità sull’autrice

Emily J. Taylor è un’autrice bestseller americana che ama trasferirsi di stato in stato, e a volte anche di continente in continente. Ama spendere i lunghi inverni di Minneapolis, dove vive e lavora, sognando mondi scintillanti da trasformare in storie oscure.  Potete seguirla su instagram.

Lo leggerete? Lo avete letto? Raccontatemelo nei commenti!

{:}{:en} 4.5/5

Dear readers,

Hotel Magnifique is a debut novel that caught my attention from the moment the plot and cover were announced: it promised the vibes of Caraval and The Night Circus, a magical and sometimes sinister world where not all that glitters is wonderful. Then that Owlcrate box came out, with a special edition THAT GLOWS IN THE DARK, and I couldn’t resist—though the fear of being disappointed was great.

(Spoiler: I LOVED IT)   

Official plot:

All her life, Jani has dreamed of Elsewhere. Just barely scraping by with her job at a tannery, she’s resigned to a dreary life in the port town of Durc, caring for her younger sister Zosa. That is, until the Hotel Magnifique comes to town. 

The hotel is legendary not only for its whimsical enchantments, but also for its ability to travel—appearing in a different destination every morning. While Jani and Zosa can’t afford the exorbitant costs of a guest’s stay, they can interview to join the staff, and are soon whisked away on the greatest adventure of their lives. But once inside, Jani quickly discovers their contracts are unbreakable and that beneath the marvelous glamour, the hotel is hiding dangerous secrets.  

With the vexingly handsome doorman Bel as her only ally, Jani embarks on a mission to unravel the mystery of the magic at the heart of the hotel and free Zosa—and the other staff—from the cruelty of the ruthless maître d’hôtel. To succeed, she’ll have to risk everything she loves, but failure would mean a fate far worse than never returning home.

Hotel Magnifique perfectly embodies the kind of fantasy I love: an extravagant, magical and bewitching, yet incredibly dangerous and dark setting; an enchanting and frightening magic system, and lots of mystery. The elements in common with Caraval and The Night Circus are quite obvious: two sisters in search of a better life, one of whom ends up in danger and has to be saved by the other; a hotel instead of a circus that comes and goes at a moment’s notice, with magical interiors; a charming doorman who is hiding something, but who will be the only ally for the protagonist. Yet it is all so well structured and yes, original, that I didn’t feel like I was reading a duplicate. Quite the contrary!  

There are numerous twists and turns, some easily guessable if you are careful about the clues scattered here and there, others that made me close the book and weigh up what I just found out—I swear, I did. The pacing is good and there are never any dead moments, although the ending felt perhaps a little too rushed and out of nowhere. A few more pages wouldn’t have hurt. 

Like Erin Morgenstern’s Circus, the Hotel is a character itself. The author’s ability to describe with meticulous detail, without ever being unpleasant or boring, allows you to live in those eccentric suites with unlikely names, constantly shifting along with the corridors and staircases; to marvel at the illusions that cover every surface and defy all logic; to gaze beyond enchanted windows that show magnificent worlds. Hotel Magnifique is one of those literary places I would visit in a heartbeat. Although I would later forget I had done so once I walked out. The only downside is not being able to visit the wonderful places where the Hotel stops, but the way the plot is structured calls for exactly this, where most of the scenes take place inside, rather than outside. 

 “The hotel shifts to accommodate rooms, adding hallways, changing the layout. You’ll get used to it.

Jani, the protagonist, is a young girl who had to grow up before her time to take care of her younger sister. Before her mother died, Jani promised her that she would do everything to protect her little sis from the dangers of the world, and she did so until the day the Hotel Magnifique arrived in the town where they live. At first I had a hard time understanding her: she wants the best for her sister, who sings like a nightingale and will get a job at the hotel precisely as a singer, but at the same time finds herself blinded by jealousy within a few lines—especially in the first chapters—although it’s quite realistic behaviour, in hindsight; everyone wants the best for their loved ones, but also for themselves and when they don’t they feel inadequate. She is stubborn and never gives up, which is admirable, but she is…. yes, stupid, too. In the name of saving her sister, she does things that practically have DANGER written in neon letters, but instead she has the innate ability to do exactly the wrong thing at exactly the wrong time. This happens countless of times and, after a while, it gets boring—though she’s great at getting herself out of trouble, I should give her that. But it’s YA, so that’s to be expected. On the other hand, her love for her sister is so deep that she’s willing to do anything to save her, so I don’t feel like blaming her too much. I’d freak out in her situation too.

Zosa, her sister, is the main motive that moves the story, but she only appears about three times, so I cannot say much about her, other than that she is sweet and brave. I would, however, have liked to have seen more interactions between her and Jani, apart from what little is seen at the beginning. 

Bel, the co-protagonist, deserves a special mention and a place in my heart. Of all the characters, he seemed to me the most multifaceted and interesting—although I would have liked him to have more space time. He is very much like Julian from Caraval (maybe that’s why I love him so much?), easygoing and mysterious, the way I like him. His coldness is actually a weapon that protects him and behind his mocking smiles are hidden secrets about his past and his motivations, but also about the true and dark nature of the Hotel. I loved every page with him.

The secondary characters, i.e. the other workers of the hotel, are numerous and different from each other, although not exactly developed—apart from Beatrice, whom I adore. The magical abilities of some of them, the so-called suminaires, are really fascinating and original (I won’t spoil the surprise), while others are terrifying. The villain of the story, in particular, has no problem torturing (or worse) those in his way to succeed, but unfortunately he didn’t scare me as much as he should have. There are scenes that are a bit graphic, in this respect, so it’s good to keep that in mind before you start reading.

“You’re not nothing to me,” he said, almost to himself. “That’s precisely the problem.”

Hotel Magnifique is a great read for fans of both Caraval and The Night Circus, but also for those who have never read or loved these two books. It’s an engrossing novel to the very last page and, believe me, you will not want to close it for a moment, not even to go to the toilet.

(I am not speaking from experience.)

(Or maybe I am.) 

TW: violence, slavery, murder, drugs, loss of loved ones.

Qualche curiosità sull’autrice

Emily J. Taylor is an American bestselling author who loves to move from state to state, and sometimes even continent to continent. She also loves to spend the long winters in Minneapolis, where she lives and works, dreaming up shimmering worlds to be turned into dark stories. You can follow her on instagram.

Lo leggerete? Lo avete letto? Raccontatemelo nei commenti!

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