{:it} 5/5
Care lettrici e cari lettori,
Come state? È una vita che non pubblicavo su questi lidi, ma con l’anno nuovo e questo meraviglioso libro da recensire, ho deciso di rispolverare il blog, nella speranza di usarlo più spesso.
Detto questo, si riprende col botto.
Dalla trama ufficiale:
La tempesta incombe sulla rupe di Cliffmouth. Diaboliche presenze nella nebbia e misteriose sparizioni terrorizzano gli abitanti. Alla Bruma Smeralda, l’unico luogo che sembra resistere alle forze oscure, avventori di tutte le razze indagano sui fatti occulti che infestano il villaggio. Chi trama le sparizioni degli abitanti? Quali potenze si celano nella foresta con il favore della nebbia?
La novizia Cordelia e l’insolita madama Hazebelle muovono i primi passi dell’indagine alla ricerca di un colpevole, guidate dai dettami delle Dame del Cordoglio, l’ordine incaricato di epurare il mondo dai Maligni, dalle streghe e dalle discendenze dei diavoli sulla terra.
Il tempo stringe, altre creature camminano nella notte: wendigos, fantasmi e antichi sortilegi corrompono le terre della rupe. Quale forza oscura vuole impadronirsi del villaggio? E chi governa le verdi luci fluttuanti che sembrano provenire direttamente dall’Inferno?
Questo romanzo ha catturato la mia attenzione dal primo momento in cui l’ho visto: copertina, estratto, trama… tutto. Che la Lumien Edizioni mi avesse incuriosita prima ancora di avere un catalogo ha aiutato tanto. Ed entrambi non mi hanno delusa affatto.
Primo volume di una dilogia dark fantasy che mischia gli elementi più classici del fantasy con il romanzo di investigazione, il thriller e il macabro, e romanzo d’esordio di Mattia Manfredonia, Le Notti di Cliffmouth: Luci Verdi dall’Inferno ti trascina in un mondo oscuro, pieno di contraddizioni, misteri, orrori e luoghi tangibili.
E no, non lo dico con leggerezza. Il worldbuilding, infatti, è così maniacalmente studiato e descritto in ogni suo aspetto, sia esso politico, geografico, sociale, religioso, folkloristico, ecc., da regalarci l’immagine di una società e di un universo vividi, giusto dietro l’angolo. C’è un continuo scontro tra ciò che è tradizione e ciò che è moderno, leggende che diventano spaventosamente realistiche, ballate e fiastrocche degne di una cultura vera e propria.
A questo si aggiungono personaggi complessi di ogni razza, distinguibili sia per carattere che per registro linguistico; quest’ultimo è davvero variegato e non cambia solo nel parlato ma anche nell’introspezione di ogni personaggio. Ci sono infatti diversi punti di vista che ci permettono di conoscerli e di vedere il mondo e le vicende attraverso occhi ed esperienze diverse. Non sempre sono amabili, ma di certo sono memorabili.
Cordelia, per prima, è una protagonista che ribalta ogni canone: l’ho disprezzata dal primo momento! Ho detestato quanto sia bigotta e presuntuosa, e i suoi pregiudizi nei confronti del diverso, in particolare di chi, non certo per scelta, è natə con l’impronta dei Maligni; il suo essere avventata e accecata da questo odio, il suo mettere in discussione i continui suggerimenti alla calma della sua mentore. Con il passare delle pagine si comprende il perché di tanto odio, si intravvedono le crepe nel suo modo altezzoso di fare: quelle di una ragazzina che non conosce il mondo, ma solo una piccolissima e spaventosa parte, e quello che ha letto nei libri.
Abbiamo Greta, che incarna ciò che Cordelia disprezza più di ogni altra cosa. C’è Karjack, un orco marinaio e contrabbandiere che si ritroverà suo malgrado invischiato in un casotto enorme; Edward, il cocchiere delle due Dame del Cordoglio, che è molto più del suo mestiere.
Poi c’è Madama Hazebelle, il mio personaggio preferito. Una donna saggia nel suo essere enigmatica, severa quando serve e una spalla durante i momenti più bui. Nasconde tanti, tanti segreti e non vedo l’ora di scoprirli uno dopo l’altro.
Razze diverse si muovono insieme a pregiudizi, segreti, paure, e tra navi, locande, biblioteche e foreste oscure, cittadine desolanti e porti affollati.
Oltre lo stile aulico e scorrevole dell’autore, che ADORO e ben si addice all’atmosfera cupa e di altri tempi, la complessità dell’intreccio è uno dei punti di forza di questo romanzo. Ogni più piccolo dettaglio e ogni comparsa ha il suo perché che aggiunge pezzi al puzzle e manda avanti la trama, e lo fa con pazienza. La stessa che vi consiglio di avere nella lettura: non correte, assaporatelo. Assimilate ogni indizio, perché vi servirà.
A parte qualche piccolissima svista di correzione di bozze, il progetto di Lumien racconta di un lavoro certosino sul romanzo: dalla grafica pazzesca, sia interna che esterna, al testo, che è un vero e proprio gioiellino.
(Tra le altre cose, l’editor è la mia adorata Gloria Macaluso, con cui sto lavorando all’editing del mio libro-coso, quindi parlo per esperienza diretta: il testo è stato davvero, davvero in buone mani!)
In conclusione, questo romanzo è un meraviglioso schiaffo a tutti coloro che pensano che il fantasy italiano sia da scartare a priori, perché “all’estero scrivono meglio di noi”. Bravissimo l’autore, bravissima la CE e tuttə coloro che hanno collaborato a questo romanzo. Siete una speranza per amanti e autorə del genere.
Non vedo l’ora di leggere il secondo.
Qualche curiosità sull’autore
Mattia Manfredonia è un autore campano e ha studiato Fisica Teorica, in particolare la teoria dei wormholes e la struttura dello spazio-tempo quantico. Oltre alla scrittura si diletta anche nel campo dell’illustrazione. Potete seguirlo su instagram.
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Lo leggerete? Lo avete letto? Raccontatemelo nei commenti!
{:}{:en} 5/5
tba
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Io dico soltanto: grazie. È davvero una gioia immensa sentirti parlare così di questa mia storia ngarbugliata!
Figurati, sono tutti complimenti stra-meritati!